Brutalismo: l’essenza della struttura e della materia

Una corrente che supera l’architettura, dove materiali grezzi e forme scultoree prendono vita anche nel design d’interni

Matericità ruvida, struttura esibita, essenzialità formale. Il brutalismo non è solo uno stile architettonico, ma una dichiarazione di intenti, un manifesto visivo che trasforma il cemento e i volumi geometrici in pura espressione plastica. Nato nel secondo dopoguerra come risposta alle necessità di ricostruzione e alle utopie sociali, questo movimento ha ridefinito il concetto di spazio, ponendo la struttura al centro della scena e annullando ogni orpello decorativo.

Oggi, con l’uscita del film The Brutalist, diretto da Brady Corbet, i riflettori tornano ad accendersi su questa estetica imponente e senza compromessi. L’interesse rinnovato ci porta a riscoprire i grandi maestri che hanno plasmato questa corrente: dagli esperimenti della scuola britannica ai rigori della tradizione tedesca, dall’impronta visionaria di Le Corbusier alla progettualità sociale di Giancarlo De Carlo. Ma il brutalismo non è solo architettura. La sua essenza si riflette anche nel design d’interni, dove il fascino dei materiali grezzi e delle forme scultoree si traduce in arredi che esaltano la forza espressiva della materia.

Immagini dal film The Brutalist, diretto da Brady Corbet, uscito nelle sale cinematografiche questo febbraio.

Per celebrare questa rinascita stilistica, ecco una selezione di pezzi di design che racchiudono l’essenza del brutalismo: solidi, scultorei e senza tempo.

L’esssenza del brutalismo: le sedute S32 e S43 di Thonet

Tra le espressioni più emblematiche del design in tubolare d’acciaio sono le sedute S32 (design di Marcel Breuer, 1929/30) e S43 (design di Mart Stam, 1931) di Thonet. Queste sedute, con l’utilizzo innovativo del materiale, unito alla forma essenziale e alla struttura solida, incarnano perfettamente l’estetica brutalista. Lasciando in evidenza l’architettura della loro struttura metallica, esprimono infatti appieno la potenza dei materiali, senza sovrastrutture, in un equilibrio perfetto tra funzionalità e purezza formale. 

La matericità del cemento nelle collezioni Ceramiche Refin

Superfici ruvide e forme imponenti, dove il cemento e altri materiali raccontano la loro essenza attraverso la struttura, senza fronzoli, ma con una bellezza cruda e autentica. Anche se non tutti vivono in spazi brutalisti, è possibile cercare questa estetica attraverso i rivestimenti, che lasciano un’impronta visiva e tattile decisa.

Le collezioni di Ceramiche Refin, come Affrescati nelle finiture Ombra o Calce, e Block, richiamano la matericità del cemento, elemento centrale nell’architettura brutalista. Con texture profonde e tonalità neutre, questi rivestimenti reinterpretano l’estetica industriale con un tocco sofisticato, enfatizzando la bellezza delle superfici grezze e l’autenticità del materiale. L’aspetto tattile è ulteriormente valorizzato da Reliefs, una serie di strutture 3D che offrono un effetto tridimensionale unico. Tra queste, Hammered si distingue per il suo effetto martellato naturale, che arricchisce la superficie con un movimento delicato e organico.

Luce e materia: la visione di Flos nell’architettura e nel design

Materia impalpabile per eccellenza dell’architettura, la luce è l’elemento che più di ogni altro è in grado di sublimare spazio e materia, come affermava Le Corbusier: “L’architettura è il gioco sapiente, corretto e magnifico dei volumi raggruppati sotto la luce”. In questo gioco di forme e luce, il design si fonde con la materia per creare atmosfere uniche: una visione ben incarnata da Flos.

Firmata Konstantin Grcic, Black Flag sfida la tradizionale concezione della luce, con un design che mescola funzionalità e un’estetica radicale e minimalista. Questa lampada da parete estensibile, che illumina fino a 3,5 metri dal suo frame, inaugura una nuova tipologia di luce: al contempo lampada a parete ed elemento centrale dello spazio. La sua struttura in metallo, che evoca la forza dei materiali industriali, ben si allinea con l’idea brutalista di visibilità e essenzialità. Altrettanto potente, Casting di Vincent Van Duysen si distingue per il suo design solido e materico, dove la luce scolpisce lo spazio con un rigore architettonico che richiama il linguaggio brutalista.

La versione Casting Concrete, in particolare, è una dichiarazione d’amore a questa estetica: il corpo in cemento, realizzato tramite stampo e getto di calcestruzzo con aggreganti inerti e fibre di rinforzo, presenta una forma semplice ma potente, che si integra perfettamente in ogni ambiente, conferendo una qualità unica allo spazio.

G.T.DESIGN: Tappeti che celebrano l’imperfezione e la bellezza materica

Anche in elementi apparentemente puramente decorativi come i tappeti, l’aspetto tattile e la matericità emergono come protagonisti, seguendo una filosofia analoga al brutalismo. Flat Out e Paglietta Cotta di G.T.DESIGN sono un esempio perfetto di come il design possa abbracciare questa estetica. Flat Out, con la sua trama spessa e la composizione di fibre tecniche, restituisce una sensazione di forza e genuinità, riflettendo la visibilità delle strutture e dei materiali tipici del brutalismo. Paglietta Cotta, con l’audace contrasto tra materiali tecnici e naturali, esprime una bellezza non levigata e una matericità che celebra l’imperfezione – una qualità che rispecchia perfettamente l’essenza di questa corrente architettonica.

Brutalismo nel design

L’eleganza brutalista delle sedie di Carl Hansen & Søn

Nel brutalismo, chiarezza formale e visibilità della struttura sono punti cardine, valori che ritroviamo anche negli arredi, equiparabili ad architetture in miniatura. Ne sono un esempio emblematico la sedia CH36 e la CH25 Lounge Chair di Carl Hansen & Søn, disegnate da Hans J. Wegner. Con la sua struttura solida, le linee essenziali e l’uso di legno naturale, la CH36 riflette l’estetica brutalista, celebrando i materiali autentici e la loro forza espressiva. Anche la CH25 Lounge Chair, con il suo intreccio artigianale e la presenza materica, ne richiama la poetica, dove la funzione e l’autenticità dei materiali si fondono in un design senza tempo. 

USM Haller: 60 anni di design brutalista e modularità inconfondibile

Il sistema modulare USM Haller di USM Modular Furniture rappresenta un altro esempio di come il tubolare metallico e la struttura metallica possano esprimere la forza del design industriale. La sua modularità e robustezza permettono di creare soluzioni versatili e durevoli, che si distinguono per l’essenzialità delle linee. La struttura metallica, semplice e lineare, celebra la purezza delle forme e la funzionalità del prodotto, incarnando appieno un’estetica che enfatizza la visibilità della struttura e la chiarezza formale, elementi chiave del linguaggio brutalista.

Fantin: il design industriale che sfidò il tempo e gli spazi

Fantin ha sempre fatto del metallo la sua firma, creando soluzioni che uniscono funzionalità e design essenziale, dalla marcata impronta industriale. Un esempio storico è Uno, disegnato da Dorino Fantin nel 1973, un sistema di scaffalature a gancio che combina ganci in lamiera stampata, ripiani solidi e montanti in tubolare quadrato. Nato come scaffale industriale, si è adattato a vari ambienti, dalla casa all’ufficio, fino agli spazi retail, grazie alla sua facilità di smontaggio e riadattamento.

Un altro esempio è il programma Frame di Salvatore Indriolo, che si distingue per i telai in tubo quadro, sempre visibili e di cui fa parte la celebre cucina workstation Frame Kitchen. Con un design essenziale e funzionale, Frame presenta diverse soluzioni, dal tavolo alla cucina, mantenendo il telaio come elemento centrale. L’uso del metallo, sempre in vista, sottolinea l’aspetto strutturale e la purezza formale di ogni pezzo.

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