Refin Experience: il grès visto attraverso un percorso multisensoriale

Inaugurato lo scorso settembre, il Factory Tour di Ceramiche Refin, è stato curato dallo studio Limiteazero

Refin Experience è il nuovo percorso del Factory Tour pensata da Refin per far entrare i visitatori nel vivo della propria realtà produttiva, curata a livello progettuale da Limiteazero, uno studio specializzato nell’exhibition and interactive design, con sede a Milano.

Un viaggio a più tappe che racconta cosa ci sia dietro i prodotti ceramici Refin attraverso un percorso multisensoriale che alterna elementi da toccare con mano all’uso di tecnologie sofisticate, per far vivere quella trasformazione complessa e affascinante attraverso la quale si creano le collezioni in grès dell’azienda.

Da sinistra Domenico Bernardelli, Responsabile Ricerca e Sviluppo / Stefano Mazzoli, Tile Designer & Fotorgrafo

“Vi accompagniamo in un percorso di visita innovativo, digitale ed esperienziale, che permette di immergersi nella nostra fabbrica e toccare con mano l’approccio unico alla creazione della ceramica che da sempre ci caratterizza. Il viaggio si conclude con la tappa più importante e preziosa: il Laboratorio, il cuore della nostra attività da dove tutto ha inizio. Qui, come alchimisti contemporanei, dosiamo e mescoliamo arte, natura e design per dare vita a collezioni che vibrano di emozioni.

Il processo creativo e di design avviene tutto internamente a partire dalle ispirazioni sviluppate dal nostro Tile Designer. Il fatto poi che il laboratorio sia nel cuore della fabbrica ci permette di sperimentare continuamente tutte le nostre idee, senza interrompere il flusso creativo. Ogni collezione ha la sua storia. Spesso viaggiamo alla ricerca di pietre nelle cave, di un falegname che abbia il legno giusto, o di altri materiali naturali da rielaborare con il nostro stile. In altri casi invece il percorso creativo è molto più audace e sviluppiamo le nostre idee creando da zero dei manufatti con l’aiuto di artisti, scultori, pittori o artigiani, per preparare dei prototipi da cui ricavare le nostre piastrelle.

Ogni progetto è vivo e in continua evoluzione. A volte risultati di percorsi di ricerca diversi si fondono e arriviamo a risultati anche molto differenti da dove eravamo partiti. Un processo ininterrotto, che avanza e si trasforma 365 giorni l’anno, che produce continuamente nuovi stimoli e nuove idee e che origina soluzioni sempre nuove come una scatola magica.”

La contaminazione come genesi di un progetto

Il progetto nasce dalla necessità di riconfigurare gli spazi di accoglienza e di esposizione ceramica al piano terreno della sede di Refin.

Il processo progettuale ha coinvolto tutte le parti decisionali dell’azienda, conducendo a un vero e proprio teamwork, guidato dall’architetto Valerio Loris Bianchi, durato mesi. Il risultato non è stato dettato da prerogative stilistiche o di effimero estetismo ma una vera e propria “scultura collettiva”, sbozzata e affinata nel corso del tempo per accogliere tutte le istanze aziendali, al fine di creare uno “strumento” utile e confortevole negli anni a venire. 

La planimetria generale presenta due ali grossomodo simmetriche rispetto al corpo scale centrale, vero elemento di baricentro dell’accesso. La vocazione ricettiva di una metà è dichiarata dalla presenza di grandissime vetrate, che donano all’intero spazio una luminosità estremamente gradevole durante l’arco della giornata mentre l’ala opposta si presenta come un grande salone di poco più di tre metri di altezza e con una finestra a nastro stretta e continua che accentua la sensazione di chiusura e compressione dello spazio. Gli ambienti sono completati dallo styling di Studio Salaris, con arredi e oggetti posti in un equilibrato dialogo materico e cromatico con le superfici esposte.

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