Born on Earth. Worn in Space.

Roland Keplinger racconta Titan Minimal Art, l’iconico prodotto ottico di Silhouette

Ci sono idee rivoluzionarie che non vengono superate anche a distanza di molti anni dalla loro creazione e che continuano a stabilire degli standard. Titan Minimal Art di Silhouette è una di queste rare e preziose idee creative. Titan è diventato in breve tempo, un fenomeno internazionale, la nuova affascinante stella del mondo dell’ottica.

Installazione Silhouette al MIDO Eyewear Show 2024

Il design iconico e senza tempo di questo prodotto ha collezionato molti premi internazionali. Il concetto di base del prodotto rimane invariato nel tempo, ma l’azienda lavora costantemente sui dettagli con passione, dedizione e meticolosità. Dal debutto nel 1999, il design è costantemente evoluto portando alla luce svariate collezioni.

Quest’anno Silhouette celebra la sua icona con una collezione anniversario, pensata per la prossima generazione di visionari. La proposta 2024 unisce il meglio di 25 anni e arricchisce la leggenda con dettagli ancora più grandiosi.

“Volevo semplicemente togliere tutto ciò che non era necessario, senza scendere a compromessi in termini di design e comfort” Roland Keplinger, Design Director Silhouette Group

Intervista a Roland Keplinger, Design Director Silhouette Group

Qual è stata l’ispirazione per ricreare il vostro prodotto iconico “Titan Minimal Art”?

Il prodotto nasce nel 1999 come un oggetto prezioso per valorizzare l’arte artigiana della creazione. Ci siamo trovati a dover ripensare il concept partendo da un’idea di valore, senza volerlo rivoluzionare radicalmente ma ripensandolo e rendendolo iconico attraverso l’ottimizzazione dei dettagli. Con un particolare occhio al design, abbiamo ottimizzato ogni elemento come il terminale, le aste, la firma con l anello di titanio; ogni millimetro del prodotto subisce un miglioramento con l’obiettivo finale di creare una icona nel mondo dell’ottica..

Quale influenza stilistica ha subito la direzione creativa dall’anno zero ad oggi?

Il primo progetto è stato una vera rivoluzione, proponendo un cambio radicale della concezione dell’occhiale, così abbiamo deciso di valorizzarlo nel tempo. Da quel primo modello, le sue generazioni seguenti fino a quella attuale hanno subito cambiamenti innovativi nei dettagli mantenendo il filo rosso che era iniziato con l’idea originale di 24 anni fa.

Il percorso pionieristico segue la volontà di ottimizzare ogni aspetto fino al dettaglio più piccolo. Da questo siamo riusciti ad ottenere un look totalmente rinnovato senza perdere la tradizione del modello originale, in veste più “fresh”.

Quali sono state le sinergie tra la direzione creativa e l’evoluzione tecnologica in questi anni?

C’è stata una fortissima sinergia tra le due realtà, insieme hanno lavorato con l’obiettivo di creare un prodotto che fosse ispirato alla tecnologia. Il modello lanciato negli anni 90 è un modello “minimal art” che all’epoca non aveva ancora incontrato un materiale veramente adatto per quel tipo di concezione, così la sezione di ricerca e sviluppo ha individuato quello ideale, ovvero il titanio, una lega che fosse efficiente sotto tutti i punti di vista per ottenere un prodotto flessibile e stabile.

La tipologia di lavorazione origina un prodotto artigianale e professionale allo stesso tempo, mettendo in relazione l’innovazione e l’artigianalità storica.

Il processo produttivo ha influenzato il design del prodotto o viceversa? 

Il processo produttivo ha condizionato la tecnologia e l’ identità creativa.
Analizzando la produzione, abbiamo identificato dei miglioramenti da apportare riducendola solo agli step essenziali, senza dimenticare la sostenibilità e diminuendo gli sprechi.

Questo progetto, Titan Minimal Art, è il risultato di un approccio formale tra funzionalità e produzione del manufatto.  Non si disegna il prodotto e poi si studia come produrlo ma facciamo l’opposto; vogliamo lavorare in questo modo aggiungendo queste tecnologie lavorative, in che modo possiamo farlo? Che risultato possiamo ottenere? Possiamo riuscire a raggiungere una qualità ottimale e perfezionarla? Queste sono le domande che ci hanno permesso la realizzazione di “Titan”.

Photo credits Loris Patrizi

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