L’eterea danza della natura incanta il Teatro San Carlo

Filippo Cannata illumina la scenografia di Kengo Kuma con le sfumature del bianco

Un pubblico entusiasta ha riempito il prestigioso Teatro San Carlo di Napoli per assistere a “Simon Boccanegra” di Giuseppe Verdi, presentato in forma di concerto l’11 e il 13 ottobre scorsi sotto la direzione del Maestro Michele Spotti. Questo evento ha rappresentato, infatti, uno degli appuntamenti più suggestivi dell’edizione 2024 di EDIT, la fiera internazionale del design editoriale e d’autore, ospitata presso l’Archivio di Stato di Napoli.

Inoltre, l’allestimento esclusivo si inserisce armoniosamente all’interno di EDIT CULT, una serie di mostre diffuse e curate per creare un dialogo tra il patrimonio storico di Napoli e le visioni del design contemporaneo. Attraverso un racconto a più voci, queste esposizioni animano luoghi iconici della città, dando vita a interventi progettuali che esplorano, così, il rapporto tra tradizione e innovazione.

Ideato nell’ambito di EDIT Napoli, il programma delle mostre propone una concezione inedita del design espositivo, sviluppata in armonia con il contesto architettonico in cui le opere prendono forma. Questo approccio riflette la filosofia di EDIT: un incontro tra passato e presente, tra storia e modernità, che al Teatro San Carlo ha trovato un palcoscenico d’eccezione, celebrando il design attraverso un’inedita fusione di arte, cultura e scenografia mediterranea.

Filippo Cannata Teatro Napoli

Una scenografia come opera d’arte

La scenografia è stata firmata dal maestro dell’architettura Kengo Kuma, che ha concepito un velario etereo in Alcantara, intitolato “Shiwa Shiwa” – termine giapponese che significa piega, solco, ruga – ispirandosi all’inesauribile trasformazione della natura. Con questa installazione, Kuma evoca l’impercettibile e continuo fluire degli elementi naturali, catturandone l’essenza in una veste che trasmette leggerezza e dinamismo.

A illuminare la scenografia, il lighting designer di fama internazionale Filippo Cannata, al suo debutto in uno dei teatri più celebri al mondo. Cannata ha condiviso la sua emozione per l’occasione di operare in un luogo così ricco di storia e cultura.

Filippo Cannata Teatro Napoli

“È stato un onore per me, soprattutto perché lavorare al fianco di Kengo Kuma, un maestro del design contemporaneo, rappresenta un traguardo significativo. Non a caso, Kuma è l’unico architetto a comparire nella lista delle 100 persone più influenti del pianeta, stilata dalla prestigiosa rivista Time,” afferma Filippo Cannata.

”La sua scenografia non è soltanto un elemento architettonico, ma una vera e propria opera d’arte. Kuma ha cercato di catturare l’essenza delle onde del mare, richiamando l’immagine dell’elemento in cui agisce il corsaro Boccanegra e le molteplici suggestioni che la città partenopea ha offerto all’architetto, dalle vele delle barche al Cristo Velato. Il risultato è una struttura di volute che è diventata il simbolo visivo dell’opera, incarnando l’intensità e la drammaticità della musica verdiana,“ aggiunge Filippo Cannata.

Nella foto, il lighting designer Filippo Cannata.

Un gioco sapiente di luce, controluce, ombra e penombra

Il contributo di Filippo Cannata ha dato vita alla scenografia di Kengo Kuma attraverso l’utilizzo sapiente delle luci senza però utilizzare il colore: in ossequio alla cultura orientale si è servito di una gamma di tonalità di bianco che, tra ombre, luci e contrasti, ha creato una narrazione dinamica tesa a sottolineare la drammaticità del contesto.

“A mia volta ho tratto ispirazione dalla notissima raffigurazione dell’onda di Hokusai ed al bianco della sua schiuma, dal candore della neve sulla cima del Monte Fuji e alle suggestioni ispirate da Tanizaki ed i suoi concetti di luce e ombra,” racconta Filippo Cannata.

La fusione tra il design contemporaneo di Kengo Kuma e la sensibilità artistica di Filippo Cannata ha regalato ai presenti un’esperienza unica, in cui la luce e la scenografia hanno generato un flusso di emozioni in uno alla componente musicale. 

“Contrariamente a quanto si possa credere la luce bianca è tutt’altro che monotona, poiché ne abbiamo infinite variazioni: secondo la temperatura colore si può passare da un bianco caldo a uno freddo attraverso varie gradazioni, per tacere delle diverse intensità, i ritmi, i contrasti, le ombre, penombre, il controluce. L’obiettivo è stato quello di far apparire la scena sapientemente realizzata da Kuma non semplicemente illuminata ma magicamente luminosa in sé, e dato l’unanime consenso credo di averlo raggiunto,” spiega il lighting designer.

About Cannata&Partners

Cannata&Partners è un team di professionisti specializzati nella progettazione della luce, con un’esperienza consolidata in oltre quindici anni di attività. Lo studio collabora con architetti, designer, scenografi e artisti a livello internazionale, offrendo servizi completi che spaziano dal concept iniziale fino al progetto esecutivo. La loro esperienza copre diversi ambiti, tra cui illuminazione di aree urbane, monumenti, parchi, giardini, teatri, musei, chiese, uffici, alberghi, centri commerciali, ristoranti, banche, installazioni e abitazioni private. Cannata&Partners ha sviluppato una presenza globale, con progetti realizzati in Austria, Francia, Germania, Paesi Bassi, Svizzera, Arabia Saudita, Stati Uniti, Argentina, Russia, Regno Unito, Grecia, Dubai, Cina, Romania e Italia.

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