Progettazione sostenibile, responsabile e resiliente

Prestigioso riconoscimento ad uno dei massimi maestri internazionali del design e dell’architettura, Emilio Ambasz

L’organizzazione CSU – Consortium for Sustainable Urbanization, con base a New York – ha conferito il President’s Award a Emilio Ambasz. Il riconoscimento è stato attribuito all’architetto argentino, uno dei massimi maestri internazionali del design e dell’architettura durante la serata di gala alla Century Association di New York City lo scorso 23 marzo. Unicità progettuale, estro creativo, impegno morale e sensibilità ambientale sono al centro delle motivazioni espresse.

Il Consortium for Sustainable Urbanization (CSU), istituzione che si impegna a promuovere, anche in ambito Nazioni Unite, progetti e iniziative a livello globale sui temi della sostenibilità, insieme ai propri partner, tra cui AIANY – The American Institute of Architects – l’Agenzia ONU UN-Habitat e la Columbia University, ha assegnato il prestigioso President’s Award a Emilio Ambasz per il suo impegno sui temi dell’urbanizzazione, pianificazione e progettazione sostenibile, responsabile e resiliente.

Emilio Ambasz, architetto e designer.

Il profeta dell’architettura green

Il CSU riconosce Emilio Ambasz come padre, poeta e profeta dell’architettura green; lo celebra come grande inventore di oggetti di design ormai presenti in case, uffici e città in ogni continente del globo (Ambasz vanta oltre 220 brevetti industriali e meccanici).

Lance Jay Brown, presidente e membro del consiglio fondatore del Consortium for Sustainable Urbanization, ha ricordato la figura pionieristica di Emilio Ambasz nell’ambito del rapporto tra architettura e ambiente, la sua filosofia progettuale ispirata al Green over the grey (‘il verde sopra il grigio’) che ha dato forma e sostanza a progetti e realizzazioni divenuti esempi fondamentali per le architetture verdi ora tanto di moda

la ricerca di Ambasz ha ispirato una nuova svolta nei recenti successi di molti dei suoi colleghi”, secondo Tadao Ando.

Lance Jay Brown ha evidenziato alcune delle opere pluripremiate che, a distanza di decenni, rimangono al centro del dibattito della poetica e della disciplina progettuale e che hanno suggestionato alcuni dei più noti nomi dell’architettura contemporanea, da Renzo Piano a Jean Nouvel, a Tadao Ando.

 “Vedere molti altri utilizzare la materia vegetale nei loro progetti, mi fa capire che la mia missione sta cominciando a dare i suoi frutti. Udire alcuni di loro affermare la paternità di queste idee mi fa sentire come un personaggio mitologico, ma so che è solo il caso di un destino freudiano annunciato”, afferma Emilio Ambasz.
Il centro ACROS, Fukuoka 1995, il poderoso edificio-piramide di 100.000mq in centro città che ha restituito alla comunità il terreno su cui sorge.

La Casa de retiro espiritual, Siviglia 1972, stupefacente e onirico richiamo alla nozione primordiale di casa, miraggio ottico tra i più celebrati al mondo.

Il Lucille Halsell Conservatory, Texas 1982, opera straordinaria che si snoda tra percorsi sotterrati ed esplosioni tettoniche di cristalli polimorfi.

Durante la cerimonia, inoltre, si riconosce il ruolo di Ambasz curatore di Architettura e Design al Museum of Modern Art of New York (MoMA), dove organizzò la mostra di straordinario successo Italy: the new domestic landscape (1972) portando alla ribalta mondiale gli oggetti del design italiano.

MoMA che, come il Metropolitan Museum (NY), annovera nella propria collezione permanente la seduta Vertebra (1975), la prima sedia ergonomica automatica al mondo, sviluppata con G. Piretti, da cui è nata una nuova industria per tutto il settore (Compasso d’oro del 1981).

Sedia Vertebra, E. Ambasz e G. Piretti, 1975.

Lance Brown ricorda la donazione di 10 milioni di $ da parte della fondazione che porta il nome di Ambasz (Legacy Emilio Ambasz Foundation-LEAF) al MoMA per la creazione dell’Emilio Ambasz Institute for the Joint Study of the Built and the Natural Environment [Istituto Emilio Ambasz per lo studio congiunto dell’ambiente costruito e naturale], dedicato all’indagine dell’interazione tra Architettura e Natura alimentando il dibattito globale sulla urgente necessità di una ricalibrazione ecologica.

Il President’s Award del CSU va ad aggiungersi a un palmares sterminato di premi, riconoscimenti, onorificenze e monografie di un personaggio che, lontano dai riflettori, si è dichiarato “onorato e orgoglioso” di tutto ciò. 

L’architetto continua la propria missione di inventore visionario e portatore di un messaggio di riconciliazione tra artificio e Natura:

Ogni costruzione costituisce un’intrusione nel regno vegetale, ed è una sfida alla natura: dobbiamo concepire un’architettura che si erge come l’incarnazione di un patto di riconciliazione tra natura e costruzione, progettare edifici così intrinsecamente legati al paesaggio circostante che è impossibile che si disimpegnino l’uno dall’altro.”

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